Leggo lo sfogo, l’amarezza, forse lo stupore triste di chi, attonito, si chiede perché e da chi vengano assunte decisioni importanti per gli operatori del settore natatorio, nel silenzio e nell’indifferenza generale aggiungo.
Non ho risposte, piuttosto altri quesiti.
Un’altra delle
‘wh questions’
, la sesta: how cioè come?
La decisione della chiusura delle piscine è stata assunta a suo tempo sulla scorta di non meglio precisati dati scientifici, inconfutabili poiché sconosciuti.
A tutt’oggi, nel carnevale di Rio in cui si attarda chi vive la stagione del ‘liberi (quasi) tutti’, il fondamento scientifico da cui scaturiscono le famose risposte alle tormentate domande resta oscuro.
Ma lo strumento, forse, almeno quello, può essere comprensibile.
Tornano alla mente le categorie e le nomenclature dei tempi dell’università sui poteri pubblici, la loro divisione ... quelle nozioni che all’inizio impari per poi acquisirle fino a darle per scontate.
E certo che declinare le funzioni dello stato è impegno che dalla Grecia classica ha occupato i più esimi filosofi e pensatori fino alla elaborazione moderna, a metà del 1700, della teoria della separazione dei poteri di Montesquieu.
Oggi siamo talmente abituati all’idea che legislativo, esecutivo e giudiziario siano i tre pilastri, separati, che reggono l’edificio dello Stato, che pensare la cosa pubblica senza uno dei tre sembra assurdo. Così come immaginare un pilastro ibrido, che un po’ amministri un po’ legiferi, per esempio.
Infatti quando accade (e accade) in nome di principi generalissimi, esigenze superiori, criteri interpretativi che si dipanano senza limite, dopo un primo sbigottimento della platea, restano poche voci, autorevolissime, a dubitare della legittimità di tali atti.
Esemplificando: siamo stati soggetti alle regole dei DPCM, atti autonomi del Presidente del Consiglio dei Ministri, concertati coi Ministri, di fattura governativa quindi, che hanno limitato fortemente finanche libertà costituzionalmente garantite, in nome dell’emergenza pandemica per la tutela della salute pubblica (rimediando ad hoc con il principio della riserva di legge).
L’innesto tra il potere esecutivo proprio del Governo, che amministra, e quello legislativo proprio del Parlamento, che decide e indirizza la vita dello Stato, era evidente.
Poi il cambio di passo, l’abbandono del dubbio strumento del DPCM e la scelta del Decreto Legge, con il carattere dell’urgenza, ma con le garanzie del passaggio (successivo, vero, ma effettivo) per le camere parlamentari.
Ma la normazione rimane sintetica in alcuni passaggi, ha bisogno di essere interpretata e quindi ecco le FAQ!!
Le FAQ, di cui si è già detto* in questa sede, che, a onor del vero, più che interpretare la legge, inesorabilmente la interpolano, la orientano, spingendosi fino a integrarla!
Accade quindi che il potere esecutivo - le FAQ sono di matrice governativa - che è uscito dalla porta insieme ai DPCM, improvvisamente rientra dalla finestra attraverso le imprescindibili FAQ.
E se l’anteprima, data per certa, aveva fatto sperare in una riapertura delle piscine indoor, le FAQ effettivamente pubblicate hanno dissipato ogni dubbio: si resta chiusi in quanto impianti non ‘a secco’ (!).
Le vasche restano vuote e silenziose così come restano silenti le voci autorevoli che avevano dubitato dello strumento del DPCM.
Nessuno nota, nessuno lamenta, se non il settore stesso.
Sempre tra le reminiscenze, ritrovo il vecchio brocardo ‘Ubi lex voluit dixit ubi noluit tacuit’: dove la legge ha voluto ha detto, dove non ha voluto ha taciuto.
Qui il testo di legge non ha detto, quindi non ha voluto.
Qualcun altro ha detto, però, quindi qualcun altro ha voluto.
Non sappiamo chi o perché.
Sappiamo solo come.
Cristina Varano,
Avvocata del Foro di Roma; esperta di giustizia sportiva; Procuratrice Federale FIJLKAM/FIPE
Foto © Heart Rules
*vedi articolo del 7 maggio u.s.
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