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Emozioni Olimpiche

Riflessioni su Giochi ad alto impatto emotivo

Le emozioni hanno inondato l’Olimpiade di Paris 2024. Le Olimpiadi, da sempre, moltiplicano le emozioni, che si esaltano, incrociano e contrastano. I sorrisi sono facili da interpretare, ma le lacrime che rigano copiose i visi di atleti e atlete, allenatori, dirigenti sono di delusione, di gioia o di rabbia

Anche se non è mancata la saggezza nelle riflessioni e nelle parole di giovani atleti, sia che abbiano vinto una medaglia sia che l’abbiano persa per un soffio, forse sono state Olimpiadi più “emotive” del solito.

C’è la giornalista che interpreta sbrigativamente come di delusione le lacrime di Benedetta Pilato dopo quel “centesimo un po’ stronzo” che la separa da una medaglia nei 100 rana, mentre lei precisa che invece sono lacrime di gioia perché un quarto posto alle Olimpiadi è sempre un risultato straordinario.

Elisa Di Francisca, in veste di commentatrice, dall’alto del suo nugolo di medaglie nella scherma, si è chiesta, in coppia con il famigerato centesimo, “Che cosa ci è andata a fare alle Olimpiadi?”

Poi ci sono stati fiumi di lacrime dedicati a padri, madri, nonne e nonni, scomparsi prima dell’Olimpiade. La più plateale è stata l’italiana Angela Carini, dopo il suo fulmineo ritiro per un pugno troppo forte dell’avversaria iper-androgina. Si è messa in ginocchio al centro del ring -ha spiegato poi- per piangere suo padre prematuramente scomparso.

Ci sono anche emozioni quasi impalpabili, come la timidezza della giovane ginnasta cinese Zhou Yaquin, seconda alla trave, che guarda sorpresa le due azzurre con le quali condivide il podio, che stanno mordendo -come richiesto dai fotografi- le loro medaglie, e lei le imita, con un sorriso tenero ed incerto.

Le emozioni più forti -oltre la gioia per aver vinto una medaglia, o “solo” l'accesso a una o due finali, o la “semplice” partecipazione olimpica- sono però l’amicizia e la solidarietà tra gli atleti che competono tra di loro.

A questo livello, Gianmarco Tamberi ha vinto l’oro nella categoria generosità. Nei salti di qualificazione, il suo amico e avversario Barshim, con il quale ha condiviso -straordinariamente- la medaglia d’oro a Tokyo 2020, nella rincorsa si inceppa e zoppica.

Tamberi accorre subito, prima dei medici, a massaggiarli la gamba per rimetterlo in piedi. "Barshim è un avversario -ha spiegato-, ma prima di tutto un amico e mi è venuto istintivo andare ad aiutarlo”.

C’è l’amore, con fidanzamenti e annunci di matrimoni, e con Alice Bellandi, oro nel judo, categoria a 78 chili, che dopo la vittoria corre in tribuna a baciare la fidanzata Jasmine, perché, dice: «Di cosa vi stupite, lo sport è amore. Tutto è amore»

Ma non ci sono solo i buoni sentimenti. C’è la stupida, crudele, ignoranza del razzismo, minoritario ma chiassoso e pericoloso, che nega l’italianità di Larissa Iapichino, per il colore della sua pelle.

C’è la rabbia, della pallanuoto azzurra e del tecnico Sandro Campagna, dopo una decisione arbitrale che lo stesso presidente FIN, Paolo Barelli, ha definito “scandalosa”. Nella partita contro l’Ungheria, da sempre molto combattuta sul piano fisico, i giudici vanno a rivedere un fallo al VAR, dalla dinamica del tutto “normale” e che invece giudicano “brutale”, il più grave che ci sia nella pallanuoto. Così stravolgono il risultato: espellono definitivamente l’italiano, annullano il goal e danno all’Ungheria un penalty che risulterà decisivo per la sconfitta azzurra. “Vergogna”, urla furibondo Sandro Campagna, mentre un gigante come il capitano della nostra nazionale, Francesco Di Fulvio, non riesce a trattenere le lacrime per l’ingiustizia subita.

Alla fine, però, le Olimpiadi comunicano soprattutto meraviglia perché sono un concentrato di bravura, forza, determinazione, eleganza. Basta non cadere nel “consumismo” da medagliere e non dimenticare che tutti i risultati raggiunti, dal primo all’ultimo, meritano il nostro rispetto ed ammirazione, almeno ogni quattro anni.

 

Ph. ©Deepbluemedia

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