Thomas il britannico
L'eleganza contenuta della famiglia Ceccon
Ieri sera, dopo aver scattato un milione di foto a Thomas in vasca, ho provato a scommettere su come fare qualche scatto in più, da vicino, al termine della conferenza stampa.
Ovviamente è vietato, ma se un fotografo non ci prova, non riesce a fare lo scatto diverso dagli altri 5 milioni di colleghi che pullulano ai Giochi.
Il tentativo non è andato a buon fine perchè Ceccon non aveva portato la medaglia con sè. Però ho pouto osservare ed analizzare l'istituto giornalistico de "La Conferenza Stampa", un rito particolarmente caro agli americani.
A Thomas sono state rivolte tre domande da dieci secondi l'una, generando tre corrette e laconiche risposte da sette secondi.
Al cinese hanno fatto una domanda da quindici secondi e ha risposto per dieci minuti.
Poi è toccato a Shane Ryan, del quale ora sappiamo, grazie alle acutissime e profonde domande dei media americani che:
- La nonna sta meglio, anche se l'ictus è una brutta cosa
- Alf, lo Scottish Terrier di casa, non ha più le afte alle gengive e mangia a quattro palmenti
- Il raccolto del mais nell'Iowa, grazie a Dio, sembra aver superato indenne la stagione dei tornado
- Da grande, Shane vorrebbe fare l'astronauta, ma la NASA non lo vuole perché è troppo alto
- Il disordine dell'attenzione/iperattività che lo affligge è molto migliorato (questa è vera)
- Tutti vogliono bene a Katie Ledecky
Qualcuno poi ha accennato a gare di nuoto, ma non è stata trovato il nesso con la conferenza stampa e lì abbiamo chiuso.
Ma questo dopo.
Prima, l'ineffabile Thomas Ceccon era seduto in tribuna. Ma come, deve gareggiare?
Giuro che in tribuna c'era lui, ma con barba e baffi. Ho la foto!
Tutto si è chiarito durante il giro d'onore post medaglia: si tratta (presumiamo) del fratello quasi gemello.
Si sono cautamente abbracciati, una pacca sulla spalla. A seguire i genitori. Molta, composta soddisfazione e congratulazioni. Con un aplomb quasi britannico. Molto contenuto. Mi è quasi sembrato di sentire in sottofondo il commento di Antonio Caprarica.
Io, se fossi nella famiglia Ceccon, farei un test collettivo del DNA. Vuoi vedere che questa eleganza contenuta, anche nella gioia, non sia magari dovuta ad una lontano parentela con il Bardo? Del resto Shakespeare era di casa in Veneto: tra Romeo e Giulietta e il mercante di Venezia, magari c'è scappata un'avventuretta con un avo del nostro fuoriclasse!
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