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Questione di genere

Il primo articolo di Erika Ferraioli per Nuoto•com: un commento alle polemiche che hanno travolto il Comitato organizzatore di Tokyo 2020 in seguito alle dichiarazioni sessiste del (ex) presidente Yoshiro Mori

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La questione è spigolosa, si direbbe quasi surreale nel XXI secolo… Ancora a sentir parlare di differenza di genere. Per di più in un paese all’avanguardia che si sta tirando a lucido per l’Olimpiade.

L’Olimpiade È diversità.

L’Olimpiade è il mondo che si riunisce sotto una sola bandiera.

L’Olimpiade è inclusione e rispetto.

Si vive fianco a fianco. Sui bus. Nelle mense. Nei campi gara.

Solo la meritocrazia dello sport può decretare il vincitore.

Nessuno è migliore dell’altro.

Eppure siamo ancora qui a fare i conti con donne che “parlano troppo”. Questa in estrema sintesi l’affermazione di Yoshiro Mori, presidente del comitato organizzatore dei giochi di Tokyo2020, dal quale certamente non ci si aspettava una “battuta” di tale spessore.

Parole dette con leggerezza, forse. Ma che non perdonano e scatenano anche la rabbia della principale associazione LGBTQ nipponica che prende la palla al balzo per denunciare come in Giappone il problema sia serio. Le dichiarazione di Mori (costretto alle dimissioni) sembrano essere solo la punta di un iceberg ben radicato nella millenaria cultura nipponica.

Come può un Paese che sta per mostrarsi al mondo nella sua versione migliore, fare un passo falso così grande?

Per mettere tutto a tacere, e salvare la faccia, la scelta del nuovo presidente ricade proprio su una donna: Seiko Hashimoto . Sette edizioni dei giochi da atleta, ex ministra delle olimpiadi in carica prima di accettare la presidenza. La Hashimoto dichiara che lavorerà per delle olimpiadi sicure e nel rispetto delle diversità.

Ma quanti dei partecipanti ai prossimi giochi potranno affermare con certezza di provenire da un Paese nel quale l’uguaglianza e la tolleranza siano all’ordine del giorno? Negli Stati Uniti, da sempre simbolo di libertà e pari opportunità per tutti, ci sono Stati che escludono le atlete transgender dalle competizioni femminili. Nello sport stesso c’è disparità: il nuoto sincronizzato è questione da donne. Una donna che gioca a calcio è spesso guardata con una certa diffidenza. E quanti hanno mai sentito parlare del Giro Rosa? Eppure il Giro d’Italia è conosciuto ovunque.

Insomma la questione è tutt’altro che archiviata, in tutto il mondo. C’è ancora tanto da lavorare. Tokyo al momento è sotto i riflettori ma sarebbe sbagliato pensare che nel resto del mondo il problema non esista.

Ph. © Magda Ehlers @Pexels

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