La sfida del comportamento
Una riflessione di Paola Contardi
Dopo una lunga quarantena che dura dai primi di marzo sembra oramai prossima una (parziale) riapertura già timidamente iniziata.
Il clima è sempre caratterizzato dalla cupa foschia dell'incertezza che continua ad offuscare i nostri orizzonti fatti di desideri e speranze. Ciò nonostante qualcosa si muove... C'è un grande fermento!
Tutti si stanno impegnando per riaprire in sicurezza. La chimica la fa da padrona! Acqua, aria, filtri, pulizia e sanificazione.
Anche la geometria non scherza: tutti armati di squadra e metro a misurare spazi, a pensare percorsi, a distanziare sedie e tavoli, panche e postazioni.
Tutti alla ricerca di plexiglas, mascherine, gel disinfettanti, soprascarpe e tappeti con i super poteri di sanificare ogni suola di scarpe... Insomma tutti si stanno orientando per offrire il meglio all'utenza, ma... Cosa accadrà quando ci scapperà un abbraccio, una stretta di mano? Quando le emozioni sgomiteranno per prendere il sopravvento sul controllo operato dalla razionalità? Quando ci sembrerà quasi impossibile contenere felicità ed affetto?
Ecco, credo che al di là della chimica e della geometria la partita la giocheremo sul terreno dei comportamenti. Perché dovremo mantenere la guardia alta nei confronti del nemico invisibile. E si sa, noi umani siamo esseri sociali ai quali piace il contatto fisico, la vicinanza, la condivisione. Ebbene ci sarà richiesto un grande sforzo. Un altro. Altrettanto difficile. Quello di esprimere le emozioni in uno spazio definito dal distanziamento sociale.
Quindi non bloccarle, non sopprimerle ma trovare modi alternativi, creativi, magari un po' bizzarri per esprimerle e farle arrivare dritte al cuore dell'altro.
È questa la sfida che ci attende, anche questa complicata da affrontare. Ma noi sportivi non ci tireremo indietro.
Dovremo impegnarci, tutti. Perché non è affatto facile cambiare. Ancor più difficile sarà cambiare quei comportamenti fatti di spontaneità sincera, di affetto genuino che ci piacciono tanto perché ricchi di semplicità e così carichi di attenzioni. Non sarà facile. Ma a noi tutti piacciono le sfide.
La tentazione di cedere alla trasgressione sarà forte. Ci sarà una vocina dentro di noi, insolente ed ammaliante che sarà pronta a darci pessimi suggerimenti: Ma dai! Cosa vuoi che succeda se abbracci un caro amico... Ma sì! Tanto il virus ha perso la corona, e poi ormai fa caldo. Ma non sei stufo di essere ligio alle regole? E poi in piscina c'è il cloro che ci protegge... E poi hai il disinfettante in tasca.
Sarà un attimo passare dalla paura del contagio alla sensazione di aver riacquistato l'aura dell'invincibilità. Già pregustiamo tutti il grande ritorno e mentre lo immaginiamo abbiamo già abbracciato e sbaciucchiato qualcuno.
Ma dovremo essere spietati con quella vocina seducente. Dobbiamo iniziare ad immaginare come sarà tornare alle nostre abitudini mantenendoci vigili e guardinghi con il nemico invisibile, che ci aspetta e che sa bene che siamo inguaribilmente romantici. È lui è lì, pronto a fregarci di nuovo.
Non glielo dobbiamo permettere. Abbiamo un vantaggio: abbiamo imparato a conoscerlo. Sappiamo come tenerlo a bada.
Le nonne di una volta saprebbero già cosa dirci: Ti sei lavato le mani? E quindi armiamoci di pazienza e buon senso.
Le regole le conosciamo tutti: distanziamento sociale, lavare bene le mani in alternativa usare gel disinfettante, nei luoghi chiusi indossare la mascherina. Semplicemente.
Dobbiamo dimostrare consapevolezza e responsabilità, tutti. Dovremo essere fermi con chi seguirà la vocina maliziosa, senza aver paura di essere giudicati noiosi e bacchettoni, anziché vigili e responsabili.
Il nemico è ancora tra noi... Ma noi questa volta lo sappiamo.
Paola Contardi
Psicologa dello sport e psicoterapeuta
Docente SIT FIN nazionale
Ph. ©Unsplash
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