Allenatori, allenatrici e genitori possono promuovere o rimuovere la necessità del processo.
Auguro ad ogni giovane ADOLESCENTE ATLETA, di riuscire ad allenare il PROPRIO CORPO, a NUTRIRLO e ASCOLTARLO, con la preziosa consapevolezza che quello è lo stesso corpo che TRANSITERÀ con ognuna nel post-agonismo.
Un corpo che va MENTALIZZATO e RAPPRESENTATO non solo come CORPO MACCHINA al servizio della PERFORMANCE SPORTIVA, ma anche come CORPO SOCIALE senziente e desiderante, attore imprescindibile dei processi di RISPECCHIAMENTO e SOCIALIZZAZIONE tra pari, un CORPO che CUSTODISCE sin d’ora, in modo tangibile, il potenziale GENERATIVO futuro.
Occuparsene autenticamente significa RIUSCIRE nel proprio percorso evolutivo (oltre che sportivo), mentre DIFFERIRE questo imprescindibile compito di sviluppo, rischia di trasformare l’AGONISMO in una TRAPPOLA EVOLUTIVA.
Allenatori, allenatrici e genitori possono promuovere o rimuovere la necessità del processo, ma sarà importante considerare che un‘ATLETA COMPLETA e’ necessariamente una ADOLESCENTE capace di integrare sapientemente corpo e mente, cognizione e desiderio, competizione e cooperazione, sfinimento e generatività, introversione e socializzazione, riuscendo finalmente a portare in GARA PERSONA e ATLETA insieme e LIBERANDO la propria riuscita dai vincoli dell’essere e dell’apparire.
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Ph. © G.Scala/Deepbluemedia
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