18 politico
La comprensibile voglia di riapertura rischia di portare in breve tempo a un nuovo lockdown
Una cosa certamente resterà di questa pandemia: la clamorosa, imbarazzante, irredimibile inadeguatezza della nostra classe dirigente, schiava del consenso e imperdonabilmente incapace di prevenire, analizzare e, appunto, dirigere.
Dal presidente del consiglio regionale della Lombardia ostaggio di Confindustria che "non si ferma" fino al disastro, a quello del Veneto che "riapre tutto" per guadagnarsi la riconoscenza dei commercianti e un like di Federica Pellegrini, addossando le conseguenze di tanta incoscienza ai cittadini rei di prendere una boccata d'aria sotto casa o di recarsi al supermercato per acquistare beni voluttuari.
Comprendo e condivido la disperazione di chi si trova con l'impianto chiuso, il mutuo da pagare e i risparmi che svaniscono, ma siamo sinceri almeno con noi stessi: riaprire piscine, palestre e luoghi di aggregazione al pubblico il 18 maggio è una follia .
Mi permetto di sottoporvi questo report dell'Imperial college di Londra:
Troviamo che, in assenza di ulteriori interventi, anche un ritorno del 20% ai livelli di mobilità pre-quarantena potrebbe causare un aumento dei decessi molto maggiore di quanto si sia verificato nell’attuale ondata, in diverse regioni.
(...)
Per compensare l’aumento di mobilità che si verificherà con il rilassamento degli interventi non-farmaceutici attualmente in vigore, l'adesione alle misure di distanziamento sociale raccomandate insieme ad una sorveglianza intensificata della trasmissione nella comunità con tamponi, il tracciamento dei contatti e l’isolamento tempestivo degli infetti sono di fondamentale importanza per ridurre il rischio di ripresa della trasmissione.
Avete notizia di un capillare e diffuso programma di "tamponi, tracciamento dei contatti e isolamento tempestivo degli infetti"? Certamente no. Questo significa una sola cosa: per guadagnare qualche settimana di attività oggi stiamo gettando le basi per il lockdown di domani.
Niente di strano, ci mancherebbe. Il nostro cervello è ancora quello di una scimmia appena scesa dagli alberi, immancabilmente incline a preferire l'uovo oggi alla gallina domani, e la società digitale con le piattaforme sociali e le sue bolle di filtraggio ha incentivato questa tendenza. La pandemia di Covid era ampiamente prevista dalla comunità scientifica e ci ha colti completamente impreparati, la riapertura anticipata e indiscriminata delle attività porterà a una recrudescenza dei contagi, a nuove chiusure e, nel nostro caso, a probabili conseguenze di natura civile e penale per non avere applicato nelle nostre piscine i protocolli di decontaminazione di Cernobyl 1986. Lo sappiamo ma ci costruiamo una rassicurante realtà alternativa nella quale il virus se ne va da solo, impaurito dal carisma del presidente del consiglio e sconfitto da terapie a base di plasma e ozono validate dalla comunità di Facebook.
D'altronde a ottobre (forse) si vota.
Ph. © Marcin Dampc @Pexels
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