The walking dead
Se guardiamo le cose come sono e non come ci piacerebbe che fossero, è del tutto evidente che il modello sul quale si sono costruite le medaglie azzurre degli ultimi trent'anni appartiene al passato
/https://distribution-point.webstorage-4sigma.it/nuoto_com-1291/media/immagine/2024/resized/daniel_jensen_NMk1Vggt2hg_unsplash_e1640537104527-1920x1079_behfDsD.jpg)
Dopo due anni di allegra incoscienza, negli ultimi mesi del 2021 stanno venendo al pettine tutti i nodi per i gestori di piscine che, dopo essersi indebitati reindebitati e straindebitati sempre convinti che la fine della pandemia fosse dietro l'angolo, si trovano schiacciati fra quarta ondata di Covid, costi energetici fuori controllo e voucher che continuano ad accumularsi.
Il fallimento di una delle più importanti società di gestione della Lombardia, giusto alla vigilia di Natale, ha ufficialmente dato il via al panico: insieme a quella del Covid ha ripreso ad alzarsi l'ondata del #salviamolepiscine e si moltiplicano gli appelli alle istituzioni per non far morire il nuoto.
Ma il nuoto è già morto, semplicemente ci vorrà qualche anno per rendersene conto: i successi del quadriennio 2021-2024 sono, resteranno la luce emanata da una stella ormai implosa.
Se guardiamo le cose come sono e non come ci piacerebbe che fossero, è del tutto evidente che il modello sul quale si sono costruite le medaglie azzurre degli ultimi trent'anni appartiene al passato. Ogni giorno chiude una piscina: le società di gestione stanno cadendo una dopo l'altra e quelle che resistono lo fanno al prezzo di tagli pesantissimi che investono per prima l'attività agonistica.
Il governo ha fatto capire chiaramente che l'epoca dei sussidi è finita e che adesso lascerà fare al mercato, favorendo l'ingresso delle grandi catene del fitness e dei grandi investitori ai quali di promuovere l'attività agonistica non importa nulla perché, nel caso qualcuno avesse ancora dubbi, l'agonismo è un costo. Un costo pesante senza alcun ritorno , che in questi decenni è stato sostenuto dai proventi delle attività didattiche: una piramide virtuosa che partiva dalla scuola nuoto e arrivava a Federica Pellegrini, un serbatoio di talento alimentato da una fitta rete di piccole associazioni e società su tutto il territorio nazionale che hanno scoperto campioni a Taranto come a Varese, a Napoli come a Udine e che oggi, semplicemente, non ce la fanno e non ce la possono più fare.
Resterà certamente qualche fortunato sorretto da un ente locale più lungimirante o che è riuscito a sottoscrivere una buona concessione poco prima della catastrofe. Resteranno i gruppi militari e i grandissimi club, per natura però più avvezzi a catalizzare il talento dalla periferia che a selezionarlo in casa. Basterà?
No.
Ph. © D.Jensen @Unsplash
/https://distribution-point.webstorage-4sigma.it/nuoto_com-1291/media/immagine/2024/resized/daniel_jensen_NMk1Vggt2hg_unsplash-1920x1280_gYQTxVA.jpg)
ENTRA NEL NOSTRO CANALE TELEGRAM PER AVERE COSTANTI AGGIORNAMENTI
UNISCITINON PERDERTI NESSUNA NOTIZIA SUL NUOTO ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER